La costante espansione del settore tecnologico mette in luce una delle questioni più controverse di questo periodo storico, quella del controllo.
Con la tecnologia certamente a disposizione, fino a che punto è lecito sorvegliare i propri collaboratori? È legale controllare i dipendenti con telecamere? L’utilizzo di mezzi di sorveglianza così invasivi lede il rapporto di fiducia, che dovrebbe instaurarsi tra dipendente e datore di lavoro?
Di seguito, cercheremo di rispondere in modo esaustivo a queste domande.
Controllare i dipendenti con telecamere: normativa di riferimento
Il tema della videosorveglianza negli ambienti di lavoro è molto complesso. Infatti, le norme da rispettare sono contenute in diverse disposizioni, leggi, sentenze, anche di caratteri internazionale. Vediamo quelle principali:
- Regolamento Europeo (GPDR in materia di protezione dati personali);
- Linee Guida sulla videosorveglianza 3/2019 (EDPB, Comitato Europeo per la protezione dei dati);
- Codice Privacy;
- Art. 4 Statuto dei lavoratori (legge n. 300/1970);
- Corte di Cassazione, in particolare sentenza n. 3255/21;
- Accordi sindacali e autorizzazioni dell’ispettorato sul lavoro.
In quali casi l’uso è ammesso della telecamera?
Il primo passo da compiere per installare una telecamera su un luogo di lavoro, è quello di ricercare un accordo con il sindacato di rifermento, oppure con l’Ispettorato del Lavoro.
Quando si installerà il sistema di videosorveglianza, ciascuna telecamera andrà segnalata al dipendente, mediante l’affissione di un cartello in prossimità del dispositivo.
Inoltre, il proprietario dell’azienda dovrà nominare un responsabile per garantire la tutela della privacy dei soggetti ripresi dalle telecamere. Le immagini riprese dai dispositivi di videosorveglianza possono essere conservate solamente per 24 ore.
Perché l’utilizzo di un sistema di videosorveglianza sia legale, esso deve avere una di queste finalità:
- esigenze organizzativo-produttive dell’azienda.
- implementare la sicurezza sul lavoro.
- tutela del patrimonio aziendale.
Tali casistiche sono contenute nell’art.4 dello Statuto dei Lavoratori, parzialmente modificato e integrato dal Jobs Act del 2015.
Utilizzo delle telecamere nascoste sul luogo di lavoro
Premesso che l’installazione di telecamere nascoste chiaramente viola la privacy dei dipendenti, bisogna chiedersi se in alcuni casi si può ricorrere a questa soluzione.
La normativa vigente e l’orientamento giurisprudenziale vietano il ricorso ad un sistema di videosorveglianza a scopo preventivo, ovvero di una telecamera nascosta con la funzione di controllare e saggiare la fedeltà di un dipendente. Un esempio, potrebbe essere quello della telecamera ubicata vicino alla macchina della caffè, con la finalità di verificare il tempo esatto della pausa a cui ogni dipendente ha diritto.
Secondo la sentenza n. 3255/31 della Corte di Cassazione però, tale principio generale può essere derogato, qualora ci sia un fondato sospetto di illecito da parte del dipendente, ovvero si sospetti la commissione di azioni fraudolente a danno del titolare. Il datore di lavoro può e deve difendere la propria azienda e può farlo anche installando telecamere nascoste. Si tratta di un “controllo difensivo”, giustificato da precisi e gravi sospetti nei confronti di un determinato dipendente. Ad esempio, vistosi ammanchi di merce in un magazzino.
La privacy è un argomento delicato, pertanto prima di commettere qualche errore o leggerezza il consiglio è: informatevi e fatevi assistere da un professionista!