Intervista all’ Avvocato Arturo Strullato, titolare dello Studio Legale Strullato a Mantova

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Noi di Lexoni abbiamo intervistato l’avvocato Arturo Strullato, titolare dello Studio Legale Strullato a Mantova, per scoprire di più sul suo lavoro come avvocato del lavoro. Avvocato Strullato è l’esperto del diritto di lavoro di Lexoni – può contattarlo direttamente qui.

 

1. Come mai ha scelto il diritto di lavoro? Da dove viene la sua passione per il diritto di lavoro?

Ho affrontato gli studi universitari da studente/lavoratore e forse questa condizione mi ha stimolato ad approfondire lo studio del Diritto del Lavoro. Inoltre, per un breve periodo, prima di iniziare la libera professione, ho collaborato con un importante sindacato dei lavoratori e questo mi ha permesso di conoscere “sul campo” la condizione dei lavoratori all’interno delle fabbriche. Infine, scegliendo di svolgere la pratica professionale presso uno Studio Legale che si occupava prevalentemente di Diritto del Lavoro, la scelta è stata naturale.

 

2. Quali sono di solito i vostri clienti: dipendenti oppure datori di lavoro? In quale area del diritto di lavoro è maggiormente  specializzato?

I miei clienti sono principalmente lavoratori subordinati di tutti i livelli (Dirigenti, Quadri, Impiegati ed Operai), Organizzazioni Sindacali e Pubbliche Amministrazioni. Sono diverse le aree del Diritto del Lavoro in cui viene richiesta la mia assistenza: si va dai licenziamenti, sia disciplinari che economici, alle criticità che sorgono durante il rapporto di lavoro (trasferimenti, demansionamenti, ecc.), sino alle problematiche di natura previdenziale ed assistenziale.

 

3. Quali sono le sfide più grandi nella consulenza (in particolare nel diritto di lavoro)?

Il mondo del lavoro e, conseguentemente, il diritto del Lavoro si evolve ad altissima velocità e impone a noi giuslavoristi di adeguarci, trovando risposte e soluzioni nuove sempre sul filo dell’urgenza.
Si pensi alle leggi speciali emanate durante la pandemia, come il blocco dei licenziamenti, la proroga dei contratti a termine e, questione di queste settimane, la gestione dell’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori e la gestione del Green Pass.
Il giuslavorista deve sempre essere al passo con i tempi e fornire interpretazioni di norme in un quadro giuridico molto frastagliato e talvolta contradditorio.

 

 

studio legale strullato
Avv. Strullato

 

4. C’erano nuove sfide nella consulenza durante la pandemia del Covid?

Come ho detto prima durante l’emergenza Covid noi giuslavoristi abbiamo affrontato nuovi problemi: oltre a quelli già citati, si  aggiunge la gestione dal punto di vista normativo del c.d. “smart working”, delle quarantene per i lavoratori dipendenti e tanti altri ancora. Inoltre, ed è un aspetto dirompente, abbiamo affrontato la nostra attività con un nuovo approccio, meno tradizionale e più orientato alla consulenza a distanza telefonica o in videoconferenza ed alla gestione delle udienze non più solo in presenza ma anche da remoto.

 

5. Lei offre una consulenza online? Ci sono clienti che chiedono / aspettano consulenza online ?

La consulenza online, che aveva una importanza marginale prima della pandemia, ha acquisito nell’ultimo anno sempre più spazio, divenendo una componente significativa della mia attività. Molti clienti in tal modo evitano spostamenti non necessari, ottenendo rapidamente la consulenza richiesta.

 

“Ancora oggi non riesco a capire come un imprenditore possa avere trovato il coraggio (e l’indecenza) di licenziare una donna in quelle condizioni.”

[Avv. Strullato parlando di un mandato particolare]

 

6. C’è un certo mandato suo (di cui lei può parlare) chi è rimasto nella menta in particolare? Di che cosa si trattava?

Ricordo ancora con piacere per il risultato ottenuto, ma con un po’ di tristezza per il caso affrontato, questa vicenda: una giovane lavoratrice, mamma di un figlio piccolo, era stata per l’ennesima volta picchiata dal compagno ed aveva deciso di denunciarlo. I servizi  sociali, d’intesa con il magistrato, decisero di collocare la giovane donna in una comunità protetta, sconosciuta persino ai famigliari più stretti.
Il datore di lavoro, nonostante fosse stato informato della vicenda, decise di licenziare la lavoratrice per assenza ingiustificata!
Quindi un altro macigno sulla povera donna.
Abbiamo deciso quindi di impugnare il licenziamento ed il giudice ha accolto il nostro ricorso reintegrando la lavoratrice.
Ancora oggi non riesco a capire come un imprenditore possa avere trovato il coraggio (e l’indecenza) di licenziare una donna in quelle condizioni.

 

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